Vogliamo una Chiesa che cerca ...

PAROLA DEL PARROCO

Editoriale di don Claudio


Mentre ci avviciniamo all’estate e ci prepariamo al tempo del riposo e delle vacanze, si chiude anche un anno pastorale particolarmente intenso e, per molti versi, straordinario. È stato un anno segnato da un evento che resterà nella storia della Chiesa: il ritorno alla casa del Padre di Papa Francesco e l’elezione del nuovo Vescovo di Roma, Papa Leone.
Papa Francesco ci ha accompagnati per dodici anni con la sua semplicità, il suo amore per i poveri, la sua determinazione nel voler riformare una Chiesa che sappia parlare al mondo di oggi. Con lui abbiamo riscoperto il Vangelo vissuto con radicalità e tenerezza, la misericordia come primo annuncio, e la Chiesa come “ospedale da campo”. La sua morte ci ha commossi e ci ha spinti a riflettere sul dono che è stato per la Chiesa intera. Eppure, nella logica della fede, anche la fine di un pontificato è l’inizio di un nuovo tempo.
L’elezione di Papa Leone ha già lasciato un segno profondo, anche solo per le sue prime parole. Con coraggio e umiltà, ha parlato di una Chiesa che non cerca di imporsi, ma di sparire perché resti solo Cristo. Una Chiesa capace di farsi piccola perché sia Lui a essere conosciuto, amato, glorificato. Parole che, se le prendiamo sul serio, ci interrogano profondamente. Che tipo di Chiesa vogliamo essere? E soprattutto: che tipo di Chiesa stiamo cercando di costruire nelle nostre parrocchie, nelle nostre relazioni quotidiane?

Una Chiesa che cerca...

Ecco forse la definizione più vera di ciò che siamo oggi: un popolo in cammino, che cerca. Non abbiamo tutte le risposte, e forse non dobbiamo averle. Ma abbiamo il desiderio, la fame, la sete di qualcosa di più grande. Cerchiamo Dio, certo, ma cerchiamo anche il modo più autentico per seguirlo. Cerchiamo come annunciare il Vangelo oggi, come stare accanto ai poveri e agli ultimi, come vivere la fraternità in un mondo frammentato e spesso indifferente.

La Chiesa non è arrivata...

È in cammino. E questo cammino ha bisogno di tutti: laici e consacrati, giovani e anziani, famiglie e bambini. Nessuno è escluso. Tutti possiamo contribuire con la nostra preghiera, il nostro servizio, la nostra testimonianza. E tutti siamo chiamati, come ci ha ricordato ancora una volta Papa Leone, a lasciare spazio a Cristo. Non a costruire opere che portano il nostro nome, non a difendere strutture, ma a essere lievito nel mondo, sale della terra, luce nelle tenebre. Anche quando questo comporta il “spa-rire”, il farsi piccoli, il rinunciare a protagonismi e riconoscimenti.

Una Chiesa missionaria...

In questo tempo, la parola “missione” non può restare solo uno slogan. Essere missionari significa uscire. Uscire dalle nostre sicurezze, dalle nostre abitudini, dal nostro linguaggio a volte troppo chiuso e autoreferenziale. Significa imparare a incontrare l’altro, anche – e forse soprattutto – chi è lontano, chi non crede, chi è ferito, chi è arrabbiato con Dio o con la Chiesa. Essere missionari significa avere il coraggio di ascoltare, di mettersi in discussione, di cambiare, di “perdere tempo” per amore.
Anche nelle nostre Comunità Pastorali, all'interno del nostro Decanato, possiamo essere missionari. Non servono grandi mezzi, ma cuori disponibili. Basta un gesto di accoglienza, una parola buona, un sorriso, una visita. Basta pensare a come possiamo portare un po’ di Vangelo nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, tra gli amici. Basta voler bene, davvero.

Tempo di vacanza, tempo di grazia...

L’estate è tempo di riposo, e ne abbiamo bisogno. Ma è anche un tempo prezioso per ritrovare Dio. Lontani dai ritmi frenetici dell’anno, possiamo riscoprire la bellezza della preghiera, il silenzio, la natura, la lettura del Vangelo. Le vacanze possono essere occasione per riflettere, per ascoltare il nostro cuore, per rimettere ordine nella nostra vita spirituale. Possiamo visitare un santuario, partecipare a una Messa in un luogo diverso, fermarci a contemplare il tramonto o a ringraziare per le cose belle che riceviamo ogni giorno.
Il Signore non va in vacanza. Lui continua a camminare accanto a noi, ad accompagnarci, a parlarci – se solo sappiamo ascoltare. In questo tempo, chiediamogli di insegnarci a essere una Chiesa che cerca. Che non si accontenta. Che non si chiude. Che ha il coraggio di mettersi in gioco. Che desidera solo una cosa: che Cristo sia conosciuto, amato, glorificato.

In attesa della Visita Pastorale…

E proprio con questo spirito di ricerca e di apertura ci prepariamo anche a vivere, nel prossimo anno pastorale, un momento di grazia particolare: la Visita Pastorale del nostro Arcivescovo, che coinvolgerà le nostre Comunità Pastorali e l’intero Decanato. Sarà un’occasione preziosa per lasciarci interrogare, incoraggiare e guidare dal nostro pastore. Una visita che non è solo un evento organizzativo, ma un tempo di ascolto, di verifica, di slancio. Un'opportunità per rimettere Cristo al centro e per rinnovare il nostro impegno a essere Chiesa viva, attenta, generosa.
Prepariamoci fin da ora con la preghiera, l’ascolto e la disponibilità a lasciarci toccare dal passaggio del Signore. Che la nostra Comunità Pastorale possa accogliere questa visita come un dono e come una chiamata a camminare con più entusiasmo dietro al Signore.
Concludo ringraziando ciascuno di voi per questo anno pastorale trascorso insieme: per le fatiche condivise, per la partecipazione, per la generosità e per l’amore che fate vivere nella nostra comunità. Vi auguro una buona estate, serena e benedetta. E ci ritroveremo a settembre, ancora in cammino… ancora cercando.

don Claudio
 

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