Tre domande dal Vangelo e il richiamo di Papa Leone XIV a una fede che si fa umile per lasciare spazio a Cristo.
Ci sono parole destinate a segnare la rotta. Nella prima omelia da Papa di Leone XIV c’è anche uno sguardo sulla Chiesa, e su come si esercita qualsiasi servizio nella Chiesa, che traspare dalle frasi conclusive. È una citazione di sant’Ignazio di Antiochia, condotto verso il martirio: “Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo, quando il mondo non vedrà il mio corpo”. Queste sue parole – ha detto il nuovo Papa - richiamano in senso più generale l’impegno di chi serve nella Chiesa: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo”. Sparire, farsi piccolo, perché Lui sia conosciuto.
Tenendo da sottofondo questo richiamo del Papa ci lasciamo guidare dalle tre domande che escono dal Vangelo di oggi: tre domande che toccano il cuore.
Siamo nell’ultima cena. Gesù sta per dare la vita. Ha appena lavato i piedi ai discepoli. E cosa lascia loro come testamento? Non una regola, non un castigo… ma un comandamento: amatevi. È il cuore della sua vita. È il dono più grande.
Sinceramente, spesso ci sentiamo inadeguati. Sappiamo che non sempre amiamo come dovremmo. Tante volte ci chiudiamo, giudichiamo, ci stanchiamo degli altri. Eppure, quel comando di Gesù ci continua a indicare la strada, come una bussola che non sbaglia mai.
Papa Leone, sempre nella sua prime omelia, ci ricorda che “anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere. Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione.
Chi ama viene preso per ingenuo. Chi aiuta è visto come un debole. Ma Gesù non ha risposto con la forza, con la spada, la vera forza sta in Dio.
Noi siamo chiamati ad essere ponti tra Dio e l'umanità. Non attraverso cose grandiose, ma attraverso la santità quotidiana di ciascuno di noi.
Gesù ci chiede: vuoi restare nel mio amore?
Allora, fai il bene, non girarti dall’altra parte, non avere paura di amare. È l’unica strada che porta davvero alla pace e alla gioia.
L’odio non costruisce nulla. L’amore sì.
Il mondo ha bisogno di discepoli veri, di cristiani che prendano sul serio il comandamento dell’amore. Che non si rassegnino al male. Che rispondano all’odio con bontà. E che, con umiltà e coraggio, rendano l’amore visibile e concreto.