Papa Francesco: un dono di Vita, Misericordia e Speranza

PAROLA DEL PARROCO

Editoriale di don Claudio


L'ultimo grande dono che Papa Francesco ci ha fatto si trova nelle parole che ha pronunciato domenica di Pasqua, prima di impartire la benedizione Urbi et Orbi: “Anche noi siamo chiamati alla vita che non conosce tramonto, in cui non si udranno più fragori di armi né echi di morte”. Ora lo vediamo con il suo sorriso, mentre vive il suo incontro, faccia a faccia, con il Signore della vita e della misericordia.
Sono tanti gli insegnamenti che ci ha lasciato, molte le provocazioni che ci hanno messo in discussione, numerosi i richiami che ci hanno aperto gli occhi sul cammino di una Chiesa che guarda al domani. Ogni sua parola e gesto sono stati spunti di riflessione che ci hanno invitato a vivere con più autenticità, a spingerci oltre le nostre certezze e ad abbracciare con coraggio il rinnovamento. La sua passione missionaria, instancabile e profonda, ci ha sempre ricordato l’urgenza di portare l’annuncio del Vangelo a ogni angolo del mondo, con un cuore aperto e senza paure. Ha ispirato un impegno costante nel testimoniare la fede con gioia e umiltà, invitandoci a superare le nostre sicurezze e ad andare incontro a chi è più lontano, perché il Vangelo è per tutti.
Papa Francesco, più di ogni altro, ha cercato di mettere in atto nella vita concreta della Chiesa il grande slancio evangelico del Concilio Vaticano II, per una “Chiesa di popolo”, vicina all’umanità, desiderosa di essere non solo maestra, ma madre affettuosa di tutte le persone. In questa direzione sono andate la predicazione della misericordia di Dio, come punto fermo della nostra vita e della nostra fede, e la valorizzazione vera, profonda e sincera della coscienza di ogni persona, vista come il luogo in cui Dio si esprime attraverso il suo Spirito.
E come dimenticare l’impulso dato a una chiesa vera comunità dei discepoli di Cristo in cui tutti siamo fratelli e in cui i fedeli laici hanno la propria dignità e sono cooperatori non secondari, ma essenziali della missione della chiesa e della testimonianza del Vangelo.
Il suo esempio personale di dedizione infaticabile, di povertà evangelica e di amo-re verso i poveri, verso la pace, verso una fraternità universale è il suo lascito più ricco e profondo, che dovrebbe accompagnarci nel nostro impegno di vita cristiana.
“Per favore, pregate per me”, ci ha sempre chiesto. Lo abbiamo fatto e ora lo facciamo ancora di più, ma confidiamo anche nella sua preghiera per l’intera Chiesa, perché sappia custodire le sue parole e i suoi gesti come un tesoro, è il modo migliore per vivere il suo insegnamento e portarlo avanti con fede e speranza.

don Claudio

 

Esci Home