Il tempo di Avvento nel Rito Ambrosiano

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Note per gli animatori liturgici


Il tempo liturgico dell’Avvento è il tempo dell’attesa. Per un cristiano la cosa più importante è l’incontro continuo con il Signore, stare con il Signore. E così, abituati a stare con il Signore della vita, ci prepariamo all’incontro, a stare con il Signore nell’eternità. E questo incontro definitivo verrà alla fine del mondo. Ma il Signore viene ogni giorno, perché, con la sua grazia, possiamo compiere il bene nella nostra vita e in quella degli altri. Il nostro Dio è un Dio-che-viene. È venuto in un preciso momento storico e si è fatto uomo per prendere su di sé i nostri peccati – la festività del Natale commemora questa prima venuta di Gesù nel momento storico -; verrà alla fine dei tempi come giudice universale; e viene anche una terza volta, in una terza modalità: viene ogni giorno a visitare il suo popolo, a visitare ogni uomo e donna che lo accoglie nella Parola, nei Sacramenti, nei fratelli e nelle sorelle. Gesù è alla porta e bussa.  
«L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. È in lui che gioisce il nostro cuore» (Sal 32,20-21). Cioè l’anima in attesa, un’attesa fiduciosa del Signore fa trovare conforto e coraggio nei momenti bui dell’esistenza. E da cosa nasce questo coraggio? Nasce dalla speranza. E la speranza non delude, quella virtù che ci porta avanti guardando all’incontro con il Signore. L’Avvento è un incessante richiamo alla speranza: ci ricorda che Dio è presente nella storia per condurla al suo fine ultimo per condurla alla sua pienezza, che è il Signore, il Signore Gesù Cristo. 

È buona cosa ricordare alcuni segni esteriori e visibili di questo tempo di Avvento che possono aiutarci a tenere maggiormente presente nella nostra vita quello che celebriamo.
1. - L'austerità liturgica: L'Avvento non è un tempo penitenziale come la Quaresima, tuttavia, è liturgicamente un tempo austero, poiché ci conduce alla grande gioia del Natale e ad esso ci prepara. 
2. - I canti propri: Tutti i tempi liturgici hanno canti propri, anche l'Avvento. È molto importante che il repertorio della comunità e del coro parrocchiale includa canti che si facciano solo in questo tempo e non in un altro. Così, quando li cantiamo, sperimentiamo, quasi senza renderci conto, il tempo nel quale ci troviamo. Perché attraverso il canto passano più facilmente nel nostro interno i sentimenti e gli atteggiamenti che vogliamo vivere più profondamente.
3. - La corona dell'Avvento: È un'abitudine proveniente dal nord dell'Europa che ha preso piede in altri posti e che può essere molto interessante come promemoria di questo tempo.
Consiste in una corona di rami verdi, posta in un luogo visibile e degno. Sostiene sei ceri vistosi che corrispondono ognuno alle sei domeniche di Avvento, (non i piccoli lumini rossi per i cimiteri). Le candele della corona non sostituiscono le candele dell’altare. La luce cresce ogni domenica da uno a sei, è un piccolo aiuto che caratterizza il cammino verso la luce di Natale.
4.– Si usa il color viola.
5.– Nelle SEI domeniche di avvento non si canta il Gloria, perché questo inno angelico risuoni solenne nella notte di Natale. 
6.– A differenza della quaresima l’organo e gli altri strumenti musicali possono suonare e così pure può essere realizzato un addobbo floreale. 
7.– Sia nei giorni feriali che festivi si recitino le antifone dopo il Vangelo e allo Spezzare del pane.
8. – Al mistero della fede si risponde. “Ogni volta…la seconda formula 

NOTE SUL LEZIONARIO AMBROSIANO

1. La scelta di proclamare o la prima o la seconda lettura profetica deve avvenire, ogni anno, in maniera continuata per tutte le ferie di Avvento. Si consiglia un'alternanza negli anni, così da valorizzare tutta la ricchezza dei testi biblici proposti dal Lezionario. 
2. In una Comunità pastorale in cui si celebrano più messe ci si attenga ogni anno a un unico criterio di scelta, determinato in modo condiviso e da osservarsi da tutti i presbiteri celebranti.
3. Nella nostra comunità pastorale per questo Avvento 2022 si sceglie la SECONDA PROFEZIA seguita dal Salmo Responsoriale e dall'acclamazione al Vangelo.

PER LE MESSE VIGILIARI del sabato

  • Il sabato 12 novembre – INIZIO AVVENTO – si celebrerà la forma con i vespri (vedi foglio liturgico proprio)
  • Si sottolinea il RITO DELLA LUCE con la forma breve dell’annuncio della resurrezione.

PER LE MESSE FERIALI

Con l’inizio del Tempo di AVVENTO (13 novembre) la preghiera del “Cuore Divino di Gesù…” non verrà più recitata all’offertorio, ma al termine della S. Messa sostituendo le acclamazioni fino ad ora recitate.
È l’invito che riceviamo dal nostro Vescovo nella proposta pastorale di questo anno.
La preghiera inizia con l’offerta della propria giornata al Sacro Cuore di Gesù e recita così: Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, a gloria del Divin Padre. Amen. A questa si aggiunge l’intenzione di preghiera mensile del Papa.
 
Nelle nostre comunità, nelle Messe feriali, già diciamo impropriamente questa preghiera al momento dell’offertorio, ma è più opportuno che venga recitata al momento adatto cioè al termine della messa e che venga aggiunta anche l’intenzione del Papa in comunione con tutte le chiese del mondo che pregano per la stessa intenzione. 

 

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