La Basilica di San Vittore di Arcisate

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Conosciamo la nostra storia!


Il tempo che scorre segna il volto delle persone, ma anche quello degli edifici, pur imponenti e belli come la nostra Basilica, al punto da averne mortificato pesantemente l’armoniosa linea architettonica: bastava osservarla!

La nostra chiesa è davvero bella, maestosa, ricca di storia e segno visibile del mistero che racchiude e vi si celebra: il Dio-con-noi! Ma, come si suol dire, anche l’occhio vuole la sua parte e sommare altri rattoppi non era più possibile e il tutto ha richiesto un intervento radicale.

Presto, grazie all’intenso zelo del nostro Prevosto don Claudio e alla generosità di tanti di voi, il volto della nostra chiesa, nata e resa bella dalla fede robusta e generosa di un popolo, tornerà ad essere attraente.

Procedono celermente i lavori di restauro del complesso di S. Vittore e tanta gente ama soffermare i propri occhi sulle impalcature e con una sana curiosità desidera chiedere i passi dei lavori, i cui frutti già iniziano a intravedersi.

I lavori di restauro sono organizzati in tre lotti:


Primo lotto

Iniziato il 9 giugno 2019 e concluso il 25 dicembre 2019, ha riguardato l'installazione di un impianto di riscaldamento a pannelli radianti e la nuova pavimentazione marmorea interna. 
Gli scavi hanno permesso di portare alla luce tombini e volte di numerose tombe a camera del XVI e XVII secolo (in tutto 29) nelle navate laterali e una pavimentazione nella navata centrale, mentre nel presbiterio sono emerse altre strutture murarie. La rimozione della pavimentazione nella navata centrale ha evidenziato strutture pertinenti a un edificio ecclesiastico precedente a quello attuale e altri numerosi dati utili per gli studi circa questo antico e pregevole luogo di culto.

Secondo lotto

Iniziato l’8 luglio 2020 si concluderà intorno al 6 marzo 2021, riguarda il restauro delle facciate esterne e la sistemazione del tetto con la completa sostituzione dei coppi.

I lavori sono stati notevoli visto lo stato veramente pessimo in cui riversavano le pareti e anche il tetto della Basilica.

Le superfici sono state ripulite dalle muffe e dalle incrostazioni, le architetture sono state completamente restaurate e ricostruite e il colore scelto dalla Soprintendenza, a seguito di approfondimento stratigrafico e relazione interpretativa sugli intonaci preesistenti è quello originale: bianco panna per tutte le superfici della Basilica e colore rosa settecentesco per il nartece.

Terzo lotto

Interesserà il recupero delle superfici interne e il restauro degli affreschi.
Le origini della Basilica di S. Vittore sono molto antiche, esse probabilmente rimandano al V secolo, come l’attiguo battistero di San Giovanni. 

All’interno della chiesa è presente una testimonianza epigrafica pertinente al V secolo, rinvenuta a copertura di due urne, durante i lavori di risistemazione del presbiterio nel 1745: si tratta di una lapide che ricorda la sepoltura di un certo Paolo, durante il consolato di Severino e di un prete di nome Costanzo.
L’epigrafe, frammentata e ricostruita, si trova ora murata all’interno del presbiterio, presso il muro perimetrale settentrionale. 

La presenza del battistero e la documentazione scritta a partire dalla fine dell’XI secolo qualificano San Vittore come chiesa plebana, caput plebs di un territorio che nel XIII secolo comprendeva ben trentadue chiese, come attestato da Goffredo da Bussero nel suo Liber notitiae Sanctorum Mediolani redatto intorno al 1287.

La prima attestazione scritta di S. Vittore risale al 1095: si tratta di un privilegio del presule ambrosiano Arnolfo III alla chiesa di S. Gemolo di Ganna che viene esentata dalla pieve di Arcisate; tra i firmatari del documento vi era l’arciprete di San Vittore, Adamo e altri chierici e diaconi.  Coevo a questo documento è il campanile, situato lungo la parte nord della facciata della chiesa attuale: si tratta di una struttura riconducibile appunto alla fine dell’XI secolo.

L’elegante torre campanaria, il cui restauro si è concluso nel 2013, è l’unica architettura superstite del complesso architettonico di epoca romanica, i cui resti sono stati rinvenuti in parte durante i lavori di scavi nel primo lotto.
Nel corso del XIII secolo probabilmente la chiesa subì alcuni lavori di ristrutturazione, come si evince dall’epigrafe ora murata all’esterno dell’ingresso meridionale che riporta il testo MCCLII Ogerius de Boretio fecit hoc opus, purtroppo anche di questo intervento non sono sopravvissute strutture visibili.

Come già sopraccennato l’inizio dei lavori di costruzione dell’attuale edificio ecclesiastico risale al 1521 ed esso venne consacrato nel 1525. 

Già a quest’epoca l’edificio risultava nell’impianto generale praticamente quello attuale, come si evince dalle visite pastorali del XVI secolo. Nel corso degli anni vennero comunque effettuati lavori di ristrutturazione quali il prolungamento del coro verso oriente e la costruzione di una nuova sacrestia tra il 1589 e il 1602, la costruzione di due cappelle (attualmente quello della Madonna del Rosario e del S. Crocifisso) all’altezza della terza campata tra il 1639 e il 1647, la realizzazione di altre due cappelle nella prima campata (attualmente quella di S. Giuseppe e di S. Vittore) tra il 1657 e il 1687, l’ampliamento della sacrestia nella seconda metà del XVIII secolo, l’ampliamento delle cappelle laterali della terza campata nel 1812 e la realizzazione di locali di servizio all’esterno delle cappelle tra XIX e XX secolo.

Vi è anche una pianta redatta in occasione di una visita pastorale della fine del XVI secolo che mostra come l’impianto della chiesa sia sostanzialmente quello attuale, a eccezione delle cappelle laterali che sono state realizzate nel corso del XVII secolo. La chiesa subì un importante intervento di restauro con conseguente campagna decorativa interna del 1875 su progetto di Eduardo Arborio Mella, mentre altri interventi sono documentati nel 1932, nel 1948-1955 e, intorno agli anni ’60 del secolo scorso il rifacimento dell’altare maggiore per adeguarlo ai nuovi canoni espressi dal Concilio Vaticano II.

Ed eccoci… ai tempi attuali. Per tutti noi il 2019, il 2020 e il 2021 saranno anni scritti, per sempre, negli annali di questa parrocchia per i notevoli lavori intrapresi e, ci auguriamo, portati a termine con il massimo risultato, grazie alla competenza artistica dei lavoratori, ma anche alla grande e sempre più generosità traboccante della comunità ecclesiale e civile che sente la Basilica come un luogo caro e familiare, da accudire e da sanare perché la sua antica bellezza possa risplendere in pienezza nell’oggi e nel domani.

don Valentino

 

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